Avete mai mangiato
i murzulletti, morzelletti o morselletti, che dir si voglia? Se avete la
fortuna di abitare in Cilento o di esserci stati in vacanza, molto
probabilmente, sapete di cosa io stia parlando. Se non appartenete a nessuna
delle due categorie appena citate mi spiace molto, ma fate sempre in tempo a
rimediare leggendo e provando a riprodurre la ricetta di seguito riportata.
Innanzitutto i
murzulletti sono tipici biscotti cilentani dalla forma allungata, molto
gustosi. Accompagnano un bicchiere di latte durante la colazione, una tazza di
tea a merenda e sono ottimi fine pasto.
Io invece
preferisco optare per la quarta possibilità: gustati da soli in qualsiasi
momento della giornata.
Unico neo: vale l’espressione
“uno tira l’altro” rischiando dipendenza.
Secondo i bene
informati il nome morselletto deriva
probabilmente dal francese morceau che vuol dire boccone. Io annuisco
fingendomi d’accordo (sempre meglio non contraddire i sapientoni), ma secondo
me il termine morzelletto deriva dall’atto di “morzare” il biscotto dal
filoncino infornato intero.
Sebbene dia l’idea di essere un dolce povero, in realtà, un
tempo, era dolce tipico di ricorrenze importanti. Non servito a Natale o a
Pasqua, bensì durante i banchetti nuziali accanto a pasticceria fresca e secca,
quando, fino agli anni ’70, erano previsti solo dolci per festeggiare un
matrimonio. Ancora oggi, quando gli sposi ringraziano gli ospiti porgendo la
bomboniera, spesso uniscono anche il classico “cartoccio” contenente confetti,
dolcetti secchi e, ovviamente, morzelletti. Io, in realtà, mi imbucherei ad un
matrimonio giusto per ritirare il cartoccio, ma fino ad ora non ho mai avuto il
coraggio di mettere in pratica questa malsana idea!
-
1 kg di
farina 00
-
500 g
di zucchero
-
6 uova
-
200 g
di burro a temperatura ambiente
-
Un
pizzico di sale
-
Buccia
di un limone grattugiato
-
2
cucchiai di liquore Strega
-
35 g di
ammoniaca
-
2
cucchiai di latte tiepido (per sciogliere l’ammoniaca)
-
200 g
di mandorle (oppure gocce di cioccolato o canditi a pezzettini)
Disporre su una spianatoia la farina a fontana. Aggiungere, al centro,
lo zucchero, le uova, l’ammoniaca sciolta nel latte tiepido, un pizzico di
sale, la buccia di limone, il burro a pezzettini a temperatura ambiente e
impastare velocemente. Aggiungere le mandorle. Preriscaldare il forno a 180°C e
fare dei lunghi filoncini cilindrici non troppo spessi che andranno spennellati
con acqua o latte e infornati in teglia (due filoncini per teglia) su carta
forno per circa 15 minuti, a metà forno. Una volta sfornati, tagliare i
filoncini ancora caldi in diagonale. Disporli nuovamente sulla teglia, con lato
tagliato verso l’alto, con carta forno e infornare a 120°C per 10 minuti. Conservare
in luogo fresco ed asciutto, meglio ancora se in bustine per alimenti. E, mi
raccomando, fatemi sapere se avete gradito!